LETTERA APERTA DEL SINDACO MAFFEI SULLA
PROVINCIA DI BARLETTA – ANDRIA - TRANI

Sicuramente non si rimane indifferenti dopo una manifestazione, forse troppo folkloristica, ma comunque tesa a rivendicare Prefettura, Questura, e quant’altro per la città di Barletta.

Nè tanto meno, comunque,rimane indifferente il sindaco della città che ha deciso di privilegiare il metodo del confronto e del dialogo istituzionale a quello auspicato e sollecitato a gran voce dal comitato di lotta con tutte le sue anomalie, forzature, esternazioni, offese, ecc.ecc.

E’ proprio in questo momento che ritengo utili alcune riflessioni e il dover interrogarmi o porre all’attenzione dei cittadini alcune domande le cui risposte potrebbero forse sembrare retoriche.

E’ forse colpevole il Sindaco che nella condivisione di un documento ha di fatto accelerato il processo di indicazione delle possibili sedi periferiche del governo per la Prefettura, la Questura, il Comando Provincialedei Carabinieri e della Guardia di Finanza? E’ forse colpevole il Sindaco che ha creduto nella costruzione di un nuovomodello di Provincia che vedeva insediate Prefettura, Consiglio, Giunta , Presidenza, ed altre unità strategiche nella cosiddetta Cittadella della Provincia da ubicare in agro della città di Barletta, in una valutazione condivisa con altri otto sindaci, anche se, tuttavia, prevedeva un’ubicazione provvisoria e temporanea della Prefettura ad Andria nelle more della edificanda Cittadella?

Ed ancora, è forse colpevole il Sindaco che ha visto naufragare tale intesa non tanto, forse, per la provvisoria e temporanea indicazione della Prefettura ad Andria (ipotesi condivisa anche da autorevoli esponenti della precedente amministrazione comunale di questa città)quanto piuttosto per la probabile impossibilità da parte di alcuni di poter essere i veri decisori della individuazione delle aree sulle quali realizzare la cittadella o dei siti in cui allocare gli uffici previsti nella cittadella?

Ed infine, è ancora colpevole quel Sindaco che, preso atto del venir meno della ipotesi cittadella con la conseguente possibile assegnazione alla città di Andria della sede della Prefettura in maniera definitiva invece che provvisoria, rimette di fatto in discussione, come avvenuto nella animata conferenza dei Sindaci del 19 febbraio scorso, convocata dal Commissario di Governo prefetto Capriulo, l’accordo sottoscritto il 28 luglio 2006 in quanto non sussistevano più le ragioni che ritenevanoattuabili le scelte in esso indicate?

I miei concittadini, unitamente a coloro che purtroppo non ci sono più, hanno sostenuto battaglie memorabili per l’istituzione della sesta provincia, sebbene la legge istitutiva li abbia delusi sia per l’anomala attribuzione del capoluogo di Provincia, che per la mancata decisione sulle sedi periferiche del governo che, ancora, per l’evocata democrazia partecipativa, che potrebbe sicuramente in maniera perversa, caratterizzare le prossime campagne elettorali dei comuni coinvolti nella individuazione delle future sedi istituzionali.

Ma, allora, è lecito chiedersi: le battaglie sostenute erano solo per la Prefettura o erano soprattutto per il bisogno di Provincia che questo territorio reclamava per uffici provinciali decentrati, per la volontà di dare un notevole nuovo impulso all’economia, al turismo, alle aspettative di vedere concretizzate le specifiche vocazioni del territorio e la capacità di autodeterminarsi rispetto alle logiche che hanno sempre caratterizzato le decisioni nella provincia di Bari e in quella di Foggia?

Alquanto sterili, seppure legittime nelle aspirazioni di tanti, sembrano oggi le battaglie consumate all’insegna del numero o dell’altezza dei campanili, se poi viene a mancare il desiderio e la volontà di essere parte di una provincia vera .

A chi gioverebbe una Prefettura collocata qui o lì se poi i cittadini dei vari territori si guardassero in cagnesco o si odiassero a morte per lo smacco subito dimostrando di fatto di essere incapaci: di costruire su una trama unica il processo di crescita e rinascita del proprio territorio; di elaborare un piano strategico comune; di condividere la pianificazione territoriale delle zone contermini alle proprie città; di condividere un programmazione turistico culturale che possa portare benefici al territorio tutto?

Il sindaco, consapevole delle legittime aspirazioni dei suoi concittadini, e convinto che unitamente alla città di Barletta le città di Andria e Trani siano candidate a vivere ruoli significativi nel contesto della nuova Provincia, si è fatto portavoce presso il Governo centrale di tali bisogni, invocando un chiaro e netto riconoscimento per la sua città attraverso l’allocazione della Prefettura, lasciando alle prerogative del futuro consiglio provinciale l’individuazione delle sedi istituzionali così come previsto dalla legge istitutiva.

Il ritardo nel pronunciamento o nella emanazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri non può e non deve essere interpretato come un diniego o come la volontà di non decidere.

Guai se la volontà di non decidere equivalesse a non assegnare la Prefettura, ossia a confermare il principio che la Prefettura di Bari possa essere anche quella della Sesta Provincia!

Sarebbe una sconfitta per tutti, non solo per Barletta ma per tutte le città che si riconoscono nella Provincia di Barletta Andria Trani.

E allora perché non moderare i toni, nonassumere comportamenti civili nelle legittime rivendicazioni e aspirazioni, riponendo o riconfermando fiducia anche nel vostro sindaco che continua a mantenere vivo sia il dialogo politico istituzionale che quello diplomatico, fiducioso che le aspettative non saranno sicuramente tradite?

L’appello, rivolto a tutte le forze sane di questa città e dell’intero territorio della sesta provincia, prescinde dalla coalizione politica di appartenenza o dal ceto sociale, prescinde dalla precostituzione di candidature ma mira, nella logica attuale dell’aria vasta, a costruire il“Territorio Progetto” sul quale dovrà poidovrà trovare allocazione il “ Progetto di Territorio”.

Superiamo insieme questa mania di diffidenza affidando alle decisioni consapevoli del Governo le indicazioni di propria competenza e puntiamo, piuttosto, su una competizione più costruttiva che ci veda tutti coinvolti nel rivendicare la nostra storia, le nostre tradizioni, le nostre capacità di riscatto, tutte protese alla realizzazione della nuova provincia rispondente alle esigenze di unterritorio che deve ancora sentirsi comunità, creando così le condizioni migliori per una maggiore coesione sociale esolidarietà intercomunale.

Barletta 2 agosto 2007